Perché Saqba?
Saqba, vicino a Douma si trova nella Ghuta orientale, provincia di Damasco. É una zona liberata dalla presenza del regime e accerchiata dall’esercito regolare siriano che la sottopone a un vero e proprio embargo. La Ghuta Orientale è diventata famosa per via degli attacchi chimici dell’agosto 2013.
E’ meno conosciuta invece, purtroppo, la sua
condizione di penuria alimentare estrema. La malnutrizione e il conseguente
indebolimento hanno determinato la diffusione di malattie quali il tifo, la
tubercolosi, l'epatite. Per queste malattie non sono disponibili nella Ghuta
sotto assedio antibiotici specifici e gli altri farmaci necessari, a fronte di
centinaia di casi diagnosticati. Cause di queste malattie sono la scarsità di
cibo, di acqua pulita, carburante ed energia elettrica per cucinare, bollire
l'acqua, alimentare i sistemi di depurazione.
L'assedio ad opera dell'esercito regolare sta
producendo fame e malattie, come denunciato dal report del ViolationsDocumentation Centre dell'agosto 2014.
Come molte altre zone liberate, Saqba è amministrata
da un majlis, un consiglio auto-organizzato
che tenta di garantire i servizi essenziali alla popolazione.
Il progetto che vogliamo sostenere ci è stato
proposto da un collettivo di medici, agronomi, professionisti specializzati in
diversi ambiti che hanno messo le loro competenze professionali a disposizione
della collettività per l’ideazione e realizzazione di progetti di
auto-organizzazione dal basso che consentano di resistere e sopravvivere
all’assedio. Fanno riferimento all'Ufficio Medico Rivoluzionario Unificato
della città di Saqba (Al-Maktab al-Tubbi al-Thawri al-Muwahhad fi madinati Saqba)
Progetto
per l’autosufficienza alimentare
Il progetto consiste nella messa a coltura di 4
ettari di terreno per la coltivazione di grano. Il ciclo annuale di lavorazione della terra ha un
costo preventivato di circa 16.000 euro, dalla predisposizione del terreno e
dalla semina fino alla mietitura. L’obiettivo del progetto è quello di
integrare il fabbisogno alimentare di 40 nuclei familiari sulle 70.000 persone
che abitano nell’area di Saqba (700.000 è l'intera popolazione della Ghuta
Orientale).
Abbiamo già raggiunto un primo parziale obiettivo
e permesso, con i 2000 euro raccolti, nel mese di ottobre 2014, la semina
a grano di un piccolo appezzamento di terreno di 2000 m², capace di fornire,
dopo il raccolto della prossima estate, razioni alimentari di farina a 500
persone per un mese. Trovate la testimonianza video della semina sulle
nostre pagine Facebook e sul nostro blog.
Potete anche vedere il video della semina e la presentazione del lavoro svolto dai partner siriani.
Potete anche vedere il video della semina e la presentazione del lavoro svolto dai partner siriani.
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Entro il prossimo autunno ci siamo impegnati a
raccogliere altri 4500 euro che consentiranno la messa a coltura a grano di un
appezzamento di un ettaro.
Vogliamo con questo dare un piccolo
concreto segnale di speranza a tutta la popolazione di Saqba. Autosufficienza
alimentare anche come recupero della speranza e della dignità, per contribuire
a ricostruire un paese normale.
Associazione per la
Pace Milano presso Banca Popolare Etica Filiale di Milano - Iban
IT27U0501801600000000131695 – BIC CCRTIT2T84A
Causale
(importante!!!): SOS Siria
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SIRIA: STRETTI NELLA
TENAGLIA
A più di tre anni dallo sbocciare
della primavera siriana, la Siria pare sprofondata in un conflitto che ha
sempre più i connotati di una guerra confessionale. Sembrano coronati da
successo i tentativi convergenti del feroce regime di Assad e delle monarchie
reazionarie del Golfo di imprimere alla rivolta democratica contro la dittatura
una torsione settaria, che contrasta con la tensione multiconfessionale che ha
sempre ispirato la primavera siriana.
La società civile siriana, gli
attivisti democratici protagonisti della primavera siriana sono sempre più
stretti nella morsa tra la repressione senza limiti del regime e il fanatismo
oscurantista e intollerante dei gruppi jihadisti.
NOI PENSIAMO CHE NON TUTTO SIA PERDUTO.
Noi pensiamo che vada investito più
che mai sulla rete di attivisti democratici, su quella società civile che per
mesi dal marzo 2011 ha affrontato le mitragliatrici di Assad e che oggi deve
scontrarsi con il regime e i gruppi reazionari jihadisti.
Noi pensiamo che è solo dando forza
e voce ai tanti uomini e donne siriani che nemmeno oggi si arrendono alla
repressione di Assad né alle derive confessionali jihadiste che la Siria potrà
rinascere nella democrazia e nella pace.
Vogliamo cercare di farlo anche
tramite progetti di solidarietà come questo che proponiamo direttamente
concordati con questi uomini e queste donne.
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